Gli EULA (End-User License Agreement) sono indubbiamente i bugiardini del terzo millennio. Come per i medicinali, infatti, questi contratti digitali accorrono in aiuto ai software che assumiamo con fede ogni giorno, sperando che ci aiutino a fare le cose meglio, guarendoci dalla fretta del vivere. E come i bugiardini, sono spesso chilometrici e pieni di controindicazioni, per cui ne saltiamo a piè pari la lettura convinti che essere ignari del loro contenuto ci renda più liberi nel loro utilizzo e certamente più sereni, un po’ come quella vecchia massima “Ho letto che bere fa male. Ho smesso di leggere”.
Leggere nel dettaglio un contratto di licenza per i software e i servizi digitali che usiamo ogni giorno può però essere sorprendente, oltre che incredibilmente noioso, e renderci più consapevoli circa le condizioni che regolano il nostro rapporto tra la società che ci fornisce il servizio e il servizio stesso. Di recente l’ho fatto per le condizioni di utilizzo del Kindle, il lettore per gli eBook di Amazon, dopo essere stato ravvisato da un amico (digitale anche lui) circa una “condizione di utilizzo” che vado qui a riportare. La premessa sensata, a dire il vero non così troppo nell’era del digitale, ci arriviamo, sarebbe quella che, se compro un libro digitale questo mi appartiene alla stregua di uno cartaceo, come chiaramente suggerito dal pulsante con la scritta “Acquista adesso con 1-Click”. Al di là dello svilimento che subisce l’acquisto di un bene senza più alcun contatto umano e senza alcuno sforzo (ne parleremo magari in una prossima puntata), cosa significa comprare un bene digitale? Secondo Amazon “Con il download del Contenuto Digitale e con il pagamento dei relativi costi (comprese le tasse applicabili), il Fornitore di Contenuti vi concede il diritto non esclusivo di visualizzare e usare il Contenuto Digitale per un illimitato numero di volte. […] Salvo che sia diversamente specificato, il Contenuto Digitale vi viene concesso in licenza d’uso e non è venduto dal Fornitore di Contenuti”. In altre parole, nonostante l’evidente bottone rosso sopra segnalato mi suggerisca che sto acquistando il libro, nella realtà dei fatti lo sto in realtà prendendo a prestito per un tempo indefinito, essendomi concesso in licenza di leggerlo un numero illimitato di volte. Sembrerebbe quasi la stessa cosa, ma qui a questo punto si entra di diritto nell’annoso dibattito tra sostenitori dei libri digitali vs libri cartacei. Sorge quindi spontanea la domanda: e se Amazon chiude? E se da un giorno all’altro Amazon decide di uscire dal mercato dei libri digitali? E se…? E la risposta ancora una volta è che: “Potremo modificare, sospendere o interrompere il Servizio, in tutto o in parte, aggiungendo o rimuovendo del Contenuto di Abbonamento al Servizio, in qualsiasi momento. Potremo modificare i termini del presente Contratto a nostra discrezione pubblicando i nuovi termini sul sito Amazon.it.”. Costruendo quindi una ricca libreria di libri digitali (si fa per dire) il rischio è quindi quello di trovarsi in futuro a vederla bruciare dall’oggi al domani senza alcuna possibilità di replica. Ma la questione naturalmente non si esaurisce qui, dal momento che non solo non sto comprando il libro, non solo Amazon può togliermi i miei libri quando e come vuole, sed etiam “non potete vendere, dare in noleggio o affitto, distribuire, divulgare, concedere in sublicenza o altrimenti trasferire qualsiasi diritto relativo al Contenuto Digitale o qualsiasi parte dello stesso a terzi, e non potete togliere o modificare alcuna informazione o etichetta circa la proprietà riportata sul Contenuto Digitale. Inoltre, non potete bypassare, modificare, annullare o eludere i dispositivi di sicurezza che proteggono il Contenuto Digitale.” Quindi, mentre un libro cartaceo posso venderlo, prestarlo a un amico, un cugino o regalarlo a una biblioteca se non mi serve più, per il beneficio di qualcun altro, il libro digitale rimane una schiera di bit concesso in licenza per il mio solo utilizzo, schiera di bit costantemente a rischio di essere sovrascritta dalle controindicazioni sul bugiardino. A questo punto la domanda si trasforma e diventa: ma allora, un eBook è sempre un libro oppure no? In effetti la risposta è meno sorprendente di quanto possa sembrare (o forse di più, dipende da voi): no, un eBook non è un libro. Distinzione peraltro in accordo alle leggi fino a poco tempo fa, in quanto in materia di tassazione solo ai libri cartacei era riconosciuta l’IVA agevolata al 4%, di cui non beneficiavano gli eBook, segno che, evidentemente, un eBook non aveva i requisiti per essere considerato un libro, opinione che lo Stato italiano ha cambiato nel 2015 applicando l’IVA agevolata anche ai “libri” digitali.
L’era del digitale sembra quindi spingerci sempre di più verso una dimensione in cui non ci appartiene più nulla, ma tutto è preso a prestito da grandi entità societarie, da Amazon a Netflix, a fronte di un canone mensile, settimanale, una tantum, da pagare in soldi veri e avendo cura di non leggere il bugiardino. Car sharing, musica e film in streaming, libri digitali, è finita l’era del possesso, si attendono a breve case in streaming, cibo olografico e carta igienica digitale. Meglio o peggio? Come al solito, ai posteri l’ardua sentenza.
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https://www.amazon.it/gp/help/customer/display.html?nodeId=201014950
L’ha ribloggato su NON DI SOLA TECNOLOGIA ….
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