“Si può vivere senza sapere perché, ma non si può vivere senza sapere per chi”. E’ una frase che pronunciò il parroco una domenica durante l’omelia, quando ancora frequentavo quei dintorni. Secondo la sua narrazione, non è importante sapere perché siamo vivi, ma piuttosto dovremmo chiederci per chi o per che cosa stiamo vivendo, come se la vita dovesse per forza avere uno scopo che ci indirizza. Credo che sia insito nella nostra natura di esseri umani cercare sempre un fine alle cose prima ancora di capire come funzionano.
Questa frase mi è tornata in mente dopo aver visto il film “Soul”, prodotto da Disney Pixar. Per quelli tra voi che non l’hanno ancora visto, il film racconta la storia di un frustrato professore di musica alle scuole medie che si ritrova suo malgrado nell’aldilà, proprio nel giorno più importante della sua vita, quello nel quale ha ottenuto un ingaggio presso una famosa sassofonista jazz, che gli permetterebbe di “fare il salto” verso una vita di successo. Nell’aldilà, per una serie di vicissitudini, si troverà a fare da mentore a una giovane anima in cerca della scintilla della vita, grazie alla quale potrà incarnarsi nel corpo di un nuovo essere umano. Convinti di dover cercare uno scopo per il quale la giovane anima dovrà vivere, i due (il mentore e il discepolo) scopriranno entrambi la chiave della loro esistenza.
Per qualcuno lo scopo della propria vita è la musica, per qualcun altro l’amore, per altri la letteratura, la poesia, l’escursionismo. Ognuno arricchisce la propria vita con passioni personali più o meno totalizzanti, spesso convinto che non esista altra ragione per la quale essere felici di stare al mondo. Come nel film, certe “anime” finiscono per perdersi nel proprio obiettivo smarrendo la bussola della propria esistenza, alla continua ricerca di qualcosa che non li faccia sentire continuamente insoddisfatti. La sassofonista jazz, che nel film si chiama Dorothea Williams, ci racconta a un certo punto una famosa storiella che vale la pena ripetere:
Un giovane pesce si rivolge a un pesce anziano chiedendogli: io cerco l’oceano, puoi aiutarmi? Allora il pesce anziano risponde: l’oceano è quello dove siamo adesso. E il giovane pesce ribatte perplesso: ma questa è solo acqua…
Siamo talmente impegnati a cercare un senso alle cose (ne abbiamo già parlato) che spesso finiamo per perdere di vista ciò che conta davvero, ciò che abbiamo subito disponibile. Non posso sapere cosa può provare qualcuno che abbia subito dalla vita una ferita irreparabile, come può essere la perdita di una persona cara. Ma so che spesso si finisce per rifugiarsi nel proprio dolore tanto che risulta quasi impossibile tornare a vivere, e si finisce per sperare che un giorno le cose si riaggiusteranno, che mentre qui non abbiamo trovato la felicità, la troveremo in un altrove dove riabbracceremo le persone care. In questo e in altri casi, credo che troppo spesso finiamo per proiettare la nostra vita in un altrove, verso un futuro incerto e lontano, forse per paura di ciò che potremmo trovare qui o forse perché è più facile sperare che non accettare la realtà così com’è. Il rischio, però, è quello di rimanere delusi, perché potremmo scoprire che l’oceano che sognavamo non è così grandioso come credevamo e forse avremmo fatto meglio fin da subito a renderci conto che l’acqua in cui viviamo ora è cristallina e parte di quell’oceano che stiamo cercando. I protagonisti del film scopriranno che la musica, l’amore, la pizza, il pianoforte, sono cose stupende che non devono però finire per farci perdere l’obiettivo, che non è inseguire uno scopo, qualunque esso sia, ma apprezzare ciò che di più prezioso abbiamo: la vita. Credevamo che fosse necessario uno scopo per vivere, e invece abbiamo scoperto che lo scopo è vivere. La nostra vita non si esaurisce in un sogno, in uno scopo, qualunque esso sia, ma ne è da esso arricchita.
Questo è l’augurio che voglio fare a tutti noi per il futuro: smettiamo di cercare uno scopo e concentriamoci su ogni semplice istante che rende la nostra vita così meravigliosa. Lì per lì i piccoli momenti potrebbero non sembrare così speciali, ma saranno loro a indicarci la strada quando di tanto in tanto ci sentiremo smarriti.