Le 4 regole del “buon ingegnere”

Sono un ingegnere. Non lo dico per vantarmi, ci mancherebbe altro. È un dato di fatto: dopo cinque lunghi anni di università ho discusso la tesi e indossato la corona d’alloro. Qualcun altro avrà scritto o scriverà “sono un biologo” oppure “un economista” o magari “un perito” o “un operaio”. Ciascuno di noi per poter “essere qualcosa” (come se un titolo potesse descrivere a pieno la complessità della persona umana) ha affrontato percorsi più o meno facili, più o meno lunghi, che l’hanno portato a dedicarsi a una qualche attività lavorativa nella sua vita. “Il lavoro nobilita l’uomo” diceva quel tale, qualunque lavoro (o quasi). Ma io sono un ingegnere ed è quindi di questo lavoro che voglio parlarvi. Perché dopo questi anni di studio intenso, di difficoltà, di arrabbiature, di fallimenti, ma anche di successi, di resilienza, di rimonte, ho imparato tante cose, moltissime anzi, ma non la più importante: come si fa a essere un ingegnere. Già. Ho appreso moltissime nozioni in questi anni, per esempio una delle più curiose è quella che un mio professore ha definito “il paradosso della lampadina”, di cui magari vi parlerò in futuro, o magari no, altrimenti poi penserete di essere ingegneri elettrici pure voi una volta scoperto il segreto. Ma ecco, il punto è che nessuno ci ha preparati al mondo del lavoro, a ciò che c’è fuori dalle mura universitarie. Ti chiamano “ingegnere!” e tu vorresti dirglielo che non ti senti ancora tale, perchè devi imparare moltissime cose, ma loro niente, “Ing. Moraschi”. E quindi come si fa a diventare ingegneri? Secondo un amico professore e collega (è anche lui ingegnere) si diventa ingegneri “per davvero” dopo almeno 10 anni di pratica sul campo. Aspetterò dunque una decina di anni a vedere cosa succede, magari vi aggiorno su queste pagine se vi va. Ma nel frattempo? Nel frattempo posso provare a immaginare cosa significa essere ingegneri, un po’ come quando finito il liceo con grande sicurezza di sé si prova a immaginare come sarà e cosa si studierà all’università, scoprendo poi solo più avanti di aver sbagliato completamente le previsioni. Perché la vita è bella anche per questo: si fanno tanti programmi, si hanno tanti progetti per la testa e poi da un giorno all’altro si scopre che è tutto diverso da come lo avevamo immaginato. Lasciatemi quindi giocare a questo gioco e fingere con grande sicurezza di sapere cosa significa essere ingegneri “per davvero”. 

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