C’è un aspetto importante che questa pandemia ha fatto riaffiorare, ma che tuttavia non mi sembra sia stato ancora analizzato. Il coronavirus è la prima vera emergenza, non causata dall’uomo, a riguardare l’umanità intera da almeno 50 anni a questa parte. Per quanto mi riguarda, è la prima emergenza mondiale della mia vita. Credo che il disorientamento che molti di noi provano di fronte a questa situazione inedita sia dovuto al fatto che per la prima volta nelle nostre vite avvertiamo la Natura come Matrigna. L’immagine della Natura a cui siamo abituati è quella che vediamo nei documentari: paesaggi incredibili che destano invidia e stupore per un paradiso perduto, divelto dalla mano artificiale dell’uomo. Ovunque nelle pubblicità continuiamo a sentire il richiamo del naturale come qualcosa di incredibilmente attraente, che si contrappone a ciò che è invece artificiale, industriale, umano. Vogliamo cibo biologico ritenendolo più sano e sicuro di quell’altro (non saprei neanche come definirlo), ci facciamo i selfie in montagna per mostrare quanto amiamo l’ambiente selvaggio, lanciamo hashtags sui social per difendere l’orso polare che sta perdendo il suo habitat naturale nel pack artico.
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“Cosmos”, riflessioni sull’Universo da un pallido puntino blu
Nel 1980 l’astronomo Carl Sagan presentava uno stupendo programma televisivo chiamato “Cosmos”, destinato a lasciare un segno nella divulgazione scientifica e dell’astronomia. 34 anni dopo, nel 2014, l’astrofisico Neil DeGrasse Tyson, allievo e amico dello stesso Sagan, ne ha presentato un reboot, “Cosmos: Odissea nello Spazio”, una serie tv in 13 puntate di straordinaria bellezza. Dopo ben 4 anni nuntio vobis gaudium magnum: ho finito di vedere anche l’ultima puntata! A mia parziale discolpa devo confessare che in realtà ho iniziato a guardare questo remake solamente qualche mese fa, ma le colpe restano: ci ho impiegato comunque troppo tempo. Non posso che consigliare a tutti di guardare questo gioiellino divulgativo: la serie è davvero ben fatta, con animazioni, scenografie e argomenti che mirano a colpire al cuore un pubblico il più ampio possibile, non solo i nerd e gli appassionati di astronomia. Ma scrivo queste righe non per recensire tecnicamente la serie TV (oggi si chiamano così…) o spiegare i concetti scientifici trattati, non ce n’è bisogno e non sarebbe davvero il caso, ma perché la visione di “Cosmos” ha suscitato in me moltissime emozioni positive, di meraviglia e grandezza, sulla scienza e sul genere umano, così geniale con la sua mente, eppure spesso così sciocco. Continua a leggere ““Cosmos”, riflessioni sull’Universo da un pallido puntino blu”
La nave di Teseo (E.P.)
Come qualcuno mi fa notare, in questo periodo sono in vena di “pipponi mentali”, ma evidentemente sono in buona compagnia visto che il mio amico Edoardo si è premurato di farmi avere il suo. Naturalmente non poteva che innescare un meccanismo pericoloso, per il quale i pipponi mentali si richiamano a vicenda, ed è così che ho scritto un commento pipposo al suo pippone. Buona lettura. (M.M.)
Il paradosso della nave di Teseo suppone che la nave appartenuta al famoso eroe venga tenuta ormeggiata al molo come un pezzo da museo. Col passare del tempo però, le parti di cui è composta che incominciano a deteriorarsi vengono sostituite con nuove parti, fino a quando, trascorsi gli anni, delle parti originali non ne rimane più traccia. La domanda insita in questo paradosso è: la nave le cui parti sono state interamente sostituite è ancora la nave originale oppure è una copia?