C’è un aspetto importante che questa pandemia ha fatto riaffiorare, ma che tuttavia non mi sembra sia stato ancora analizzato. Il coronavirus è la prima vera emergenza, non causata dall’uomo, a riguardare l’umanità intera da almeno 50 anni a questa parte. Per quanto mi riguarda, è la prima emergenza mondiale della mia vita. Credo che il disorientamento che molti di noi provano di fronte a questa situazione inedita sia dovuto al fatto che per la prima volta nelle nostre vite avvertiamo la Natura come Matrigna. L’immagine della Natura a cui siamo abituati è quella che vediamo nei documentari: paesaggi incredibili che destano invidia e stupore per un paradiso perduto, divelto dalla mano artificiale dell’uomo. Ovunque nelle pubblicità continuiamo a sentire il richiamo del naturale come qualcosa di incredibilmente attraente, che si contrappone a ciò che è invece artificiale, industriale, umano. Vogliamo cibo biologico ritenendolo più sano e sicuro di quell’altro (non saprei neanche come definirlo), ci facciamo i selfie in montagna per mostrare quanto amiamo l’ambiente selvaggio, lanciamo hashtags sui social per difendere l’orso polare che sta perdendo il suo habitat naturale nel pack artico.
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Saggi per un mese 2.0!
Aver scelto un sistema di self-publishing per la pubblicazione del mio libro ha portato con sè un problema di non trascurabile entità: per un’anima irrequieta e pignola come la mia, infatti, avere la possibilità di modificare il manoscritto già inviato “come pare e piace” ha comportato la nascita di tante edizioni e versioni differenti quante sono presumibilmente le persone che hanno letto il libro. Se a ciò aggiungiamo il fatto che volente o nolente sono un ingegnere, ecco che si capisce come mai finora non sia esistita dei “Saggi per un mese” una versione definitiva, ma un insieme indefinito di versioni rifinite e corrette nel tentativo di raggiungere una perfezione che ha ancora da venire e che sicuramente è asintotica. Volendo però dedicarmi anche ad altro nella vita oltre a riscrivere e correggere sempre lo stesso testo, e avendo in cantiere un numero indefinito di libri iniziati, ho deciso di porre una fine alle continue modifiche di questo primo libro, decidendo arbitrariamente che quella attuale sia la versione definitiva, per l’occasione ribattezzata 2.0. Se avete letto una qualunque delle versioni intercorse dalla prima data di pubblicazione ad oggi non vale la pena che vi scomodiate a leggere anche questa. Se invece non avete ancora letto i “Saggi per un mese” allora non c’è sicuramente occasione migliore di questa, che aspettate!? Di seguito il link e come al solito…grazie, e a presto.
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La nave di Teseo (E.P.)
Come qualcuno mi fa notare, in questo periodo sono in vena di “pipponi mentali”, ma evidentemente sono in buona compagnia visto che il mio amico Edoardo si è premurato di farmi avere il suo. Naturalmente non poteva che innescare un meccanismo pericoloso, per il quale i pipponi mentali si richiamano a vicenda, ed è così che ho scritto un commento pipposo al suo pippone. Buona lettura. (M.M.)
Il paradosso della nave di Teseo suppone che la nave appartenuta al famoso eroe venga tenuta ormeggiata al molo come un pezzo da museo. Col passare del tempo però, le parti di cui è composta che incominciano a deteriorarsi vengono sostituite con nuove parti, fino a quando, trascorsi gli anni, delle parti originali non ne rimane più traccia. La domanda insita in questo paradosso è: la nave le cui parti sono state interamente sostituite è ancora la nave originale oppure è una copia?